Walter Bonatti 50

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Il 22 febbraio di quest'anno ricorre il cinquantenario dell'ultima grande impresa di Walter Bonatti (1930-2011), un'ascensione impressionante per eleganza e difficoltà che racchiude in sé tre diversi primati: la parete nord del Cervino salita per una via nuova, direttissima, in solitaria e in inverno. E' il 1965 e Bonatti ha realizzato qualcosa di sbalorditivo, ai limiti del possibile con i mezzi dell'epoca. Con questa scalata, che gli vale la Medaglia d'oro della Presidenza della Repubblica, il leggendario alpinista italiano darà per sempre l'addio all'alpinismo estremo. La scelta di Bonatti non è casuale. Il 14 luglio 1865, l'inglese Edward Whymper era stato il primo a raggiungere la vetta, con un'impresa entrata nella storia ma costata la vita a quattro membri della sua cordata. A un secolo di distanza, Bonatti esce di scena scegliendo “il più nobile scoglio d'Europa”, una delle montagne più belle del mondo, per un'impresa sensazionale, in omaggio a quei primi salitori. Alpinista tra i più grandi di sempre, Walter Bonatti ha in realtà vissuto molte vite. Prima, quella di scalatore. Tutto inizia nel 1948, quando un po' per gioco arrampica sul Campaniletto, un pinnacolo nel gruppo della Grigna. Non ha mai messo le mani sulla roccia prima di allora ma già mostra un talento naturale. Da quel momento inizia un'avventura straordinaria, che lo porterà per sedici anni a scalare le pareti più difficili delle Alpi, delle Ande e del Karakorum, diventando l'icona indiscussa della montagna del suo tempo. La seconda vita di Bonatti è quella di fotografo e autore di reportage di viaggio come inviato del settimanale Epoca, dove godrà di grandissimo successo. Dal 1965 al 1979 sono oltre cento le sue avventure in ogni angolo del mondo, luoghi sperduti e selvaggi in cui l'esploratore rivive i racconti degli autori che l'avevano fatto sognare da bambino, da Melville a Stevenson a Jack London, e conquista il suo pubblico narrando di terre lontane e affascinanti. La sua terza vita è dedicata ai libri, alle conferenze che tiene sia in Italia che all'estero e al grande amore per la donna che sarà la sua compagna per il resto dell'esistenza. Nel 1981 scrive infatti una lettera all'attrice Rossana Podestà, la quale durante un'intervista l'aveva indicato, pur senza conoscerlo, come suo compagno ideale su un'isola deserta. Dal loro incontro nascerà una relazione destinata a durare per sempre. Walter Bonatti muore per un tumore al pancreas il 13 settembre 2011. La sua immagine, scolpita nella storia e nell'immaginario degli italiani, verrà per sempre associata a imprese eccezionali e alla ricerca degli ultimi angoli del pianeta ancora arcaici, antidoto a una modernità che sembra aver perduto il valore di una dimensione “a misura d'uomo”. Le più grandi scalate di Bonatti Tra gli exploit del grande alpinista ricordiamo la ripetizione dello Sperone Walker nelle Grandes Jorasses, la parete ovest dell'Aiguille Noire de Peuterey, la parete est del Grand Capucin con l'alpinista torinese Luciano Ghigo, la spedizione al K2 del 1954 guidata da Ardito Desio dove fu l'uomo chiave per la conquista della vetta. Un'altra impresa eccezionale è la solitaria del Pilastro sud-ovest del Petit Dru, che i francesi ribattezzeranno Pilastro Bonatti in suo onore. Nel 1958 conquista il Gasherbrum IV, la “Montagna di Luce” nella catena del Karakorum, in una spedizione nazionale guidata da Riccardo Cassin. Tenta inoltre con Carlo Mauri di scalare nella Patagonia argentina il Cerro Torre - “Grido di Pietra”, considerata allora la “montagna impossibile”. Avventure, libri e memorie Per Epoca Bonatti vive avventure straordinarie. In Canada e Alaska percorre le vie dei cercatori d'oro e pagaia sui fiumi Yukon e Porcupine per migliaia di chilometri. Compie poi numerosi viaggi in Africa, Perù, Venezuela, Indonesia, Antartide, Australia e Nuova Zelanda, documentando la vita e le tradizioni delle popolazioni arcaiche che incontra. L'ultimo viaggio come inviato di Epoca è del 1978, in Perù. L'anno seguente Bonatti si dimette. Tra le molte pubblicazioni e i ricordi autobiografici vi sono “Una vita così”, “K2, la verità. Storia di un caso”, “Un mondo perduto. Viaggio a ritroso nel tempo”, “I miei ricordi. Scalate al limite del possibile”, “In terre lontane”, “Montagne di una vita”, mentre i documentari biografici sono “Walter Bonatti – con i muscoli, con il cuore, con la testa”, “W di Walter” e la trasmissione televisiva dedicata a Bonatti “Scalare se stessi”. “Fotografie dai grandi spazi”, mostra a Milano Dal 13 novembre 2014 all'8 marzo 2015, Palazzo della Ragione Fotografia, in Piazza dei Mercanti a Milano presenta la prima mostra mai dedicata a Walter Bonatti come omaggio alla sua figura in vista dell'Esposizione Universale. L'iniziativa, intitolata “Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi” è promossa dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e Gamm Giunti, a cura di Alessandra Mauro e Angelo Ponta in collaborazione con l'Archivio Bonatti. Le fotografie sono una selezione di immagini scattate dal grande alpinista ed esploratore nel corso della sua carriera. Ogni foto è corredata da brevi note scritte dallo stesso autore e tratte dai suoi testi, dai libri e dalle conferenze che ha tenuto, o dai reportage realizzati per Epoca. http://palazzodellaragionefotografia.it/exhibition/nei-grandi-spazi/ “Se ti è nato il gusto di scoprire non potrai che sentire il bisogno di andare più in là... Ho più chiaro in cuor mio che non esistono mete regalate. Questa è la mia conclusione, al di là delle vette scalate, dei luoghi esplorati e dei successi ottenuti”. (W. Bonatti, Montagne di una vita, Baldini & Castoldi, Milano 1995) “L'avventura è stata un mezzo per conoscermi, per sapere chi ero e cosa volevo, non un fine. E' stata la trasposizione del verticale in un mondo orizzontale, a 360°, per vivermi. Ho raccontato l'uomo che è in me, non l'esploratore, non l'alpinista”. “Non ho viaggiato tanto nella geografia quanto dentro di me. La mia vera esperienza è stata quella di fare un viaggio dentro me stesso, per capirmi. E capendo se stessi, a mio avviso, si impara a capire anche il mondo che ci circonda”. (Citazioni dal documentario Walter Bonatti. Con i muscoli, con il cuore, con la testa, di Michele Imperio e Fabio Pagani, produzione Road Television)

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