Fotografia

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“Federico Patellani”, omaggio al primo fotogiornalista italiano
A Palazzo Madama, in Piazza Castello a Torino, fino al 13 settembre si tiene una mostra dedicata a “Federico Patellani, professione fotoreporter”, curata da Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi. L'iniziativa è inserita nel calendario di ExpoTo, e nasce dalla collaborazione tra Palazzo Madama, Museo di Fotografia Contemporanea e Silvana Editoriale.
Sono esposte 90 immagini in bianco e nero, rappresentative delle tappe professionali di Patellani. Il percorso si articola in 5 sezioni: la distruzione delle città italiane in seguito alla guerra, la ricostruzione e la ripresa economica, il sud Italia, la nascita dei concorsi di bellezza e la ripresa del cinema, i ritratti di artisti e intellettuali.
Federico Patellani è stato il primo fotogiornalista italiano, oltre a essere uno dei più importanti fotografi italiani del secolo scorso. Nato nel 1911 a Monza, si laurea in legge e coltiva anche la passione per la pittura. Nel 1935 partecipa alle operazioni dell'Esercito italiano in Africa Orientale, iniziando a fotografare in questo periodo come professionista.

L'invenzione dei fototesti
Conclusa l'esperienza africana, abbandona l'avvocatura per dedicarsi alla fotografia, collaborando con il settimanale “Tempo” - edito da Alberto Mondadori - allora luogo d'incontro di eminenti personalità della cultura italiana come Gadda e Montale. Patellani dà vita ai “fototesti”, servizi fotografici corredati da lunghe didascalie scritte dallo stesso autore. Nel 1939 è tra i produttori del film “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati.
Inviato in guerra, seguirà la campagna di Russia raccontando il fronte orientale, poi documenta le devastazioni di Milano nel 1943. Nel dopoguerra, ritorna a “Tempo” che lascerà in seguito per lavorare come free-lance.

Viaggi, documentari e incontri con celebrità
Collabora con testate sia italiane che europee. Realizza servizi sul Mezzogiorno italiano, dal titolo “Italia Magica”, ed è assistente alla regia di Alberto Lattuada in “La lupa”. Negli anni '50 compie viaggi in Grecia e Turchia, realizzando due documentari televisivi, “Viaggio in Magna Grecia” e “Viaggio nei paesi di Ulisse”, poi lavora per la casa di produzione cinematografica di Dino De Laurentiis.
Ritrae i più celebri attori e registi del suo tempo, da Totò a Sofia Loren, Ingrid Bergman, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Anna Magnani, ma anche Fellini, Visconti e De Sica, e frequenta Thomas Mann, Giuseppe Ungaretti, Elio Vittorini.
Nel 1956 e 57 lavora per “Epoca”, realizzando un reportage di viaggio che lo vede percorrere 25.000 chilometri in Land Rover, dal Congo Belga al Kenya. Negli anni seguenti si dedicherà sempre più a questo genere, esplorando Sud America, Africa e Amazzonia ma anche i luoghi degli scrittori di avventure. Morirà nel 1977, a Milano.

La mostra è parte del programma “Neorealismo, Cinema, Fotografia, Letteratura, Musica, Teatro. Lo splendore del vero nell'Italia del dopoguerra 1945-1968”, un progetto del Museo del Cinema di Torino.

“Ha raccontato con linguaggio non retorico il Paese nel dopoguerra, la ripresa economica, le industrie, la moda, il costume, la vita culturale. Collaboratore delle più importanti riviste italiane, ha affiancato all'attività fotogiornalistica la frequentazione del mezzo cinematografico e televisivo, che ha sempre molto amato, decidendo poi di dedicarsi, dalla metà degli anni cinquanta, a viaggi in tutto il mondo” (tratto da “Un fotogiornalista speciale”, di Roberta Valtorta, Direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo).

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Per maggiori informazioni: http://www.palazzomadamatorino.it/mostra.php?id_evento=259

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