Brescia

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Il Museo della Guerra Bianca di Temù: la Grande Guerra sulla neve e i ghiacciai
Tra i musei più importanti che custodiscono il ricordo della Grande Guerra c'è quello di Temù, in provincia di Brescia, dedicato alla “Guerra Bianca” in Adamello, ovvero ai conflitti che si svolsero sulla neve e i ghiacciai alle alte quote in territorio lombardo.
Sono due i fronti di maggior interesse per le attività e la documentazione del museo: i 170 chilometri che uniscono il Passo dello Stelvio al Lago di Garda, e il sistema difensivo lungo il confine tra Lombardia e Svizzera che si sviluppa per 220 chilometri tra il Lago Maggiore e lo stesso Stelvio, la cosiddetta “Frontiera Nord”.

La guerra sul fronte più alto d'Europa
Dopo un anno di neutralità, il 24 maggio 1915 l'Italia entra nel primo conflitto mondiale dichiarando guerra all'Impero Austro-Ungarico. Viola così gli accordi segreti della Triplice Alleanza, sottoscritti nel 1882 con Germania e Austria.
L'esercito italiano e quello austro-ungarico si affrontano sui massicci dell'Ortles-Cevedale e dell'Adamello-Presanella, combattendo a quote superiori ai 3.000 metri. Quello della Guerra Bianca è stato il fronte più alto d'Europa. Oltre al fuoco nemico, gli uomini dovevano sopravvivere al freddo, alle valanghe, ai ghiacci e alla neve.
In questo teatro di guerra, comunque secondario nel quadro generale del conflitto, le battaglie avevano come obiettivo il controllo dei passi dello Stelvio e del Tonale. Per gli italiani, ciò significava aprirsi la strada verso il Tirolo, mentre per gli austro-ungarici verso la Lombardia.

Il museo di Temù
Nato nel 1974 a Temù da un gruppo di volontari coordinati dall'ex combattente della Grande Guerra Sperandio Zani, il Museo della Guerra Bianca oggi espone 1.600 oggetti originali, recuperati direttamente dai luoghi del conflitto.
L'esposizione inizia con una baracca prefabbricata Damioli, rarissimo se non proprio unico esemplare di quel periodo storico, recuperata a 3.400 metri di quota. Seguono un forno da campo Weiss per cuocere il pane per le truppe e un cannone italiano da 75 mm Deport.
Ampio spazio è dedicato al munizionamento d'artiglieria, sia italiano che austriaco, con pezzi da 25 mm fino a 30,5 cm. In tutto sono esposti 200 tipi diversi di proietti. Sono esposte anche le casse da trasporto delle munizioni.

Slitte, teleferiche e trincee
Al piano superiore si trovano invece le slitte utilizzate per i trasporti sul ghiacciaio, 20 diversi esemplari che costituiscono una collezione di assoluto valore: slittini a traino umano, slitte trainate da muli, dai cani e destinate al trasporto di cannoni. Elemento unico dell'esposizione sono poi i pattini per cannone italiano.
Segue la ricostruzione di una stazione teleferica italiana, realizzata grazie a un lavoro di recupero dei materiali in quota con successivo restauro e riallestimento. Il percorso prosegue con oggetti e documentazione sulla vita quotidiana dei soldati in alta quota, dei grandi sforzi per sopravvivere e combattere in ambienti estremi, dove la temperatura raggiungeva anche i -40°.
Sono state quindi ricostruite idealmente una trincea, composta da una sezione italiana e una austriaca, e l'ultima linea che i soldati dovevano superare, quella dei reticolati, dove molti combattenti hanno perso la vita.

Croci bianche per non dimenticare
L'esposizione termina con la sala della riflessione, che ospita quattro croci bianche provenienti da uno dei cimiteri militari in alta Valle Camonica, immagini storiche e poesie. Una delle immagini alle pareti ritrae il cimitero militare di Temù, che era stato realizzato proprio dove ora sorge il museo, a testimoniare un legame strettissimo tra gli eventi accaduti e il dovere di conservarne la memoria.

La parola a Walter Belotti (Presidente del Museo della Guerra Bianca in Adamello): Episodi di guerra e di fratellanza
“La difficoltà della guerra bianca era soprattutto la sopravvivenza in ambienti estremi. Sperandio Zani, il fondatore del nostro museo, ha raccontato un episodio che esemplifica bene quelle situazioni. Un giorno, mentre stava camminando sul ghiacciaio, aveva visto in lontananza alcuni soldati italiani. Cerca di chiamarli ma loro non rispondono. Allora si avvicina e li chiama di nuovo. Ancora niente. Alla fine, osservandoli da più vicino, vede che erano morti in piedi, assiderati. Spinti dalle difficoltà e dalle sofferenze cui erano sottoposti, anche tra soldati nemici ci sono stati episodi di fratellanza, in nome di una pietas umana che andava oltre le logiche del conflitto. Italiani e austriaci si scambiavano tra loro viveri e tabacco, soprattutto negli ultimi mesi di guerra, quando i secondi, trovandosi in gravi difficoltà nelle prime linee del fronte, spesso non ricevevano nemmeno più cibo dalle retrovie. Cedevano quindi tabacco ai nostri, in cambio di qualcosa da mangiare per continuare a sopravvivere”.

Per maggiori informazioni: http://www.museoguerrabianca.it/index.php



2015 Anno Unesco della Luce: “Mille occhi sull'Universo” all'Università di Brescia
In occasione dell'Anno Internazionale della Luce, si è tenuta in aprile, presso la sede dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, la conferenza “2015 Anno Unesco della Luce. Mille occhi sull'Universo”, organizzata dall'Università e dal Club Unesco Brescia Santa Lucia.
Relatore il professor Roberto Fieschi, docente emerito di Fisica all'Università di Parma, che ha ripercorso le tappe principali del cammino della luce nella storia dell'umanità, dai primi albori fino alla scienza di oggi. La luce ha un'importanza enorme nella cultura e nella religione. Segna l'inizio del mondo nel racconto biblico (“Dio disse, 'Sia la luce': e la luce fu”, Genesi, 1,3) e la vita dei primi antenati dell'uomo, come l'Homo Erectus, vissuto 1,5 milioni di anni fa, che scoprì il fuoco.

Religione e scienza
Dopo il big bang, alle origini dell'Universo, le onde elettromagnetiche si sono irradiate nell'infinito e ancora oggi se ne possono sentire gli “echi” attraverso la radiazione cosmica di fondo, scoperta da Arno Penzias e Robert Wilson che ricevettero nel 1978 il Premio Nobel per la Fisica.
Ma che cos'è esattamente la luce? “In termini scientifici si tratta di onde di oscillazione del campo elettromagnetico – ha spiegato Fieschi – che appartengono allo spettro del visibile, cioè sono collocate tra l'infrarosso e l'ultravioletto. La luce è responsabile di processi chimici alla base della vita, come la fotosintesi clorofilliana delle piante, che trasforma l'anidride carbonica e l'acqua in glucosio. Nel processo si libera ossigeno nell'ambiente”.
Per via sia diretta che indiretta, la luce del Sole è fondamentale per la vita sulla terra.

Dal cannocchiale di Galileo ad Einstein
In epoca moderna, una delle icone scientifiche maggiormente conosciute è il cannocchiale di Galileo. Lo scienziato pisano (1564-1642) aveva puntato il suo strumento al cielo, osservando i corpi celesti e arrivando a conclusioni determinanti per la storia successiva della scienza.
Il cammino prosegue con i nomi di Huygens e Newton, fino ad arrivare alla rivoluzione della lampadina a incandescenza di Thomas Edison (1847-1931), l'invenzione che illumina il mondo. All'inizio del secolo scorso nasce la fisica moderna, grazie ai fondamentali contributi di Albert Einstein, che si occupa della luce tra l'altro con la sua descrizione dell'effetto fotoelettrico (gli varrà il Premio Nobel nel 1921) e con la scoperta dell'esistenza dei quanti di luce, all'origine del dibattito sul dualismo onda-corpuscolo della luce stessa.

I giorni nostri e il futuro della ricerca
Arrivando ai giorni nostri, tra le nuove invenzioni si annoverano il laser con le sue applicazioni anche mediche, le tecnologie dei Led blu (Light emitting diode – diodi a emissione luminosa), che consentono di ottenere un'illuminazione migliore a costi ridotti, le fibre ottiche e i pannelli solari.
Insieme al laser, negli anni '60 è nata la fotonica, che studia il controllo della luce e della radiazione elettromagnetica. Cellulari, internet, sistemi di telecomunicazione e perfino apparecchiature militari rientrano in questo ramo della scienza.
Si arriva infine allo studio dei misteri del cosmo. I grandi telescopi orbitanti (un esempio su tutti, “Hubble”), che fluttuano nello spazio al di sopra dell'atmosfera terrestre, sono un occhio prezioso sull'Universo infinito e aiutano a studiarne l'origine, oltre ai grandi telescopi degli osservatori astronomici collocati sulle Ande.
“La luce è centrale nella storia dell'uomo e della scienza, al punto che secondo alcuni il 21° secolo dipenderà dalla fotonica e dalle tecnologie avanzate sviluppate dagli studi sulla luce come il secolo scorso è dipeso dall'elettronica. Resta ovviamente da vedere se davvero sarà così. In ogni caso, lo studio della luce è un campo di ricerca affascinante, al quale eminenti studiosi hanno dedicato la loro vita. Ora è compito dei nuovi scienziati procedere sul sentiero che i grandi del pensiero hanno, con la loro opera, illuminato...”, ha concluso il relatore.

“Paremi che nella natura si ritrovi una sustanza spiritosissima, tenuissima e velocissima, la quale diffondendosi per l'Universo penetra per tutto senza contrasto, riscalda, vivifica e rende feconde tutte le persone viventi...”
(Dalla lettera di G. Galilei a Monsignor P. Dini, 1614)

“L'amor che move il sole e l'altre stelle”
(Dante, Divina Commedia, XXXIII, 145)

“Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”
(Vangelo di Giovanni, 8,12)

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